VERSATILE MARMO
Che il marmo sia fonte di bellezza è inequivocabile, come inequivocabile è lo stretto rapporto che lo lega alla Versilia ed alle Apuane, grazie anche alla costa marina , il tutto da costituire un importante polo artistico.
Sino al 27 ottobre a Villa Bertelli di Forte dei Marmi (LU) tramite “Dagli Uffizi per Forte dei Marmi”, viene presentata la mostra “Vie della Scultura” per rendere omaggio a quei grandi artisti, di fama mondiale, che hanno riconosciuto in queste zone la patria della scultura porgendo, in segno estremamente significativo, alla Galleria degli Uffizi un’opera – autoritratto oppure una opera grafica – accanto ad una scultura del territorio apuano-versiliese.
Da ricordare che già anni fa molti artisti donarono preziose opere per il risarcimento della galleria stessa, colpita duramente dall’attentato in Via dei Georgofili. Oggi tredici artisti italiani e stranieri del Novecento e contemporanei, con le loro ventisei opere esposte in questa terra così amata dal poeta Gabriele D’Annunzio, espongono i “loro saperi” in un delizioso allestimento di piccole stanze monografiche. Ciò per creare quella grande ricerca intimistica tra i soggetti ed il loro creatore, scoprendo l’unicità stessa dell’artista.
‘Forte dei Marmi ‘ magnete di maestranze? Perchè no? Non a caso si respira un grande rigore architettonico, ognuno di noi è a conoscenza che nella città dantesca esiste un grande movimento museale di cui il Polo ne è promotore, e se poi tutto questo ‘serve’ alla celebrazione della ricorrenza del centenario della nascita del Comune di Forte dei Marmi…ben venga!
Antonio Natali, direttore della celebre galleria fiorentina, osserva che è importante la tutela e la valorizzazione per buone coscienze storiche: “non amo il business culturale…per carità! Bensì di quella ricchezza e quella luce che sugli Uffizi si riverbera! Le soprintendenze sono basilari, il museo deve educare e non essere aperto a manovre politiche. Quanto alla terra versiliese…bella, bellissima, come del resto son tutte belle le coste del mondo. C’è n’è una che amo particolarmente ma…lasciamo perdere, si entra nei gusti personali!” Maremma! Vociferano che …mah!
Un altro relatore osservando che questa è la prima mostra del ‘900, bilingue, di valenza internazionale, dice che il dialogo artistico va oltre, confrontandosi anche col bronzo e con la pietra. “L’opera con l’altra opera posta nello stesso spazio, porge allo allo spettatore la maestria di grandi nomi: l’autoritratto di Pistoletto, Paladino, Mitoray, Messina, e poi ancora Vangi, Moore che viveva nelle zone apuo-versiliesi, ed altri ancora. Non è quindi un caso che ci si può soffermare sulla visone delle cave di Michelangelo e poi ancora quel bel lavoro didattico dei bambini: è basilare instillare loro una buona coscienza artistica, fin da giovanissimi. Un sogno – termina – che questa esposizione sia una sorta di finestra aperta dove la curiosità ha buon accesso.”
Già…la curiosità che possedevano Carrara, Guidi, Soffici, Montale ed altri contemporanei che della costa ne hanno fatto il loro nido assieme al loro studio!
Cammina cammina in questo bacino straordinario di maestranze, noti disegni, serigrafie stampe e non solo, nell’unicità della nicchia che tutto accoglie in grande intimità. C’è il presente ma anche l’astratto, unito tutto a quel filo rosso narrativo – filo rosso degli Uffizi – quale simbolo di racconto unico e particolare. La tradizione favolistica viene rappresentata da Jan Fabre col suo autoritratto bronzeo dall’enorme luce aurea. Bocca serrata, sguardo indagatorio, bei capelli e…mega, ma proprio mega ‘orecchie’ come da tradizione collodiana. L’alter – ego, dirimpettaio, ha invece orecchie rosso pomodoro e ancora orecchie sempre color fuoco ben attorcigliate da un groviglio di fili. Una riflessione sul significato dell’ascolto vista come azione critica, nonché tutte le sfaccettature che l’arte imprime. L’autoritratto di Manzù lo vede collo sguardo birichino ma anche introspettivo…il sigaro che penzola, la cravatta giusta, il cappello un po’ da guascone. L’altra sua opera, ‘Sedia’, è un bronzo, vera e propria natura morta in scultura di grande importanza per l’artista in quanto ereditata dal padre. Simbolo di origini familiari, evoca la povera realtà domestica tuttavia estremamente dignitosa.
L’occhio di Messina. E’ suo, di questo grande siciliano di Linguaglossa, posto in un una mimica pulita ed essenziale. Piacevole da vedersi. Il dialogo avviene col pugilatore seduto. Ammazza quant’è palestrato! Però è bello ed estremamente proporzionato. Proviene dal Museo dei Bozzetti di Pietrasanta e, in quest’essere, si ritrova il profondo studio che Messina nutriva per l’approfondimento del corpo umano ed il vigore dell’apparato muscolare. Appare la classicità di Igor Mitoraj: il doppio autoritratto in bronzo e Nascita di Venere, che stavolta non nasce dalle spume del mare. L’artista ha colto ciò tramite due figure mutili, l’una accanto all’altra, in profonda solennità. Possenti figure immerse in dimensione onirica che vedono Venere e il genio alato che l’accompagna nella nascita. Questo per spiegare che nella cultura romana il nume tutelare nasce coll’uomo e lo guida nel corso della vita.
Gli enti promotori sono il Comune fortemarmino, la Fondazione Villa Bertelli e la città ‘Forte’, la Galleria degli Uffizi di Firenze, La Direzione Generale per I Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, La Soprintendenza per i Beni Architettonici, nonché “L’Associazione Un Cuore, un Mondo di Massa”, con partners l’Ospedale del Cuore G. Pasquinucci – Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Massa; Eletto tour operator. Il ricavato della mostra curerà bambini cardiopatici dell’Eritrea – Missione Eritrea – creando un buon dialogo costruttivo con l’ospedale. Ben accolte pertanto buone forme di sostegno si da dare indiretta visibilità ad un luogo d’eccellenza del territorio, l’Ospedale del Cuore G. Pasquinucci Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Massa, centro di rilevanza internazionale per le cardiopatie congenite, capace di operare con “Vie del Cuore”; progetto dialogante a cura di Eletto Tour operator, ideato, sviluppato e cresciuto grazie al supporto della regione Toscana e della Comunità Europea.
Arte e cuore. Binomio inscindibile.
Carla Cavicchini
mail: cavicchini@tin.it